Kuno Mayr, Lamberto Amistadi, Lorenzo Gondoni, Stefano Alonzi.
Concorso
2009
Il territorio di Cavriglia, compreso tra le pendici orientali dei monti del Chianti e la Valdarno, si compone di un sistema di borri che corrono da sud ovest a nord est e scendono verso l’Arno attraverso colline coltivate a vite ed olivo. Tra i crinali dell’orditura valliva, nel punto in cui gli speroni rocciosi si ammorbidiscono e i piani guadagnano spazio per le colture si dispongono gli abitati di Cavriglia, Neri e Castelnuovo dei Sabbioni. A partire dagli anni ‘50 è cominciato lo sfruttamento industriale dei banchi di lignite. Da allora Betta 1 e Betta 2 hanno ingoiato tonnellate di lignite, ma anche paesi, strade, casolari e adesso che la miniera ha ufficialmente cessato la propria attività resta una vasta area di terreno da rimodellare, piantumare, riutilizzare. Il progetto, inteso come atto di determinazione, considera lo spazio concavo del lago di Castelnuovo e la convessità dei Pianalti come le due figure principali dell’intervento di ri-scrittura del territorio. Una lunga strada panoramica ad ‘S’ costituisce la relazione primaria tra le figure principali. Dal punto di vista dell’organizzazione dello spazio si tratta di un’inversione topologica, che stabilisce una relazione di omologia tra ambiti differenti rispetto ad un piano di ribaltamento: tale piano di ribaltamento può essere a ragione considerato la spina rocciosa del versante del Neri.